“Renovation Wave” e SuperBonus 110: l’Europa punta alla riqualificazione.
Durante tutto il periodo della pandemia la casa si è riscoperta più che mai centro della vita quotidiana di
milioni di italiani: oltre alle abituali ore dedicate alla famiglia ed al riposo, l’abitazione – grazie all’ausilio
delle nuove tecnologie – è diventata ufficio, scuola, palestra, negozio per lo shopping e molto altro
ancora. Questa esperienza ha messo in evidenza l’importanza degli edifici in cui trascorriamo buona
parte della nostra vita, ma anche i loro punti deboli.
Le nostre case sono veramente energivore ed inquinanti. Secondo un recente rapporto della
Commissione Europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36%
delle emissioni di gas a effetto serra, dovute principalmente alla costruzione, all’utilizzo, alla
ristrutturazione e alla demolizione. Se da un lato gli edifici europei sono unici e diversificati nel loro stile e
riflettono la cultura del Continente, dall’altro hanno quindi alle spalle una storia che pesa. La maggior
parte del parco immobiliare UE è vecchia e inefficiente. Riqualificare il patrimonio edilizio è, quindi, una
misura essenziale ai fini della riduzione dei consumi e dell’inquinamento. E non solo. Considerato che
quasi 34 milioni di europei non possono permettersi di riscaldare adeguatamente le loro abitazioni,
promuovere l’efficienza energetica in questo settore significare anche contrastare la povertà
energetica.
“Vogliamo che in Europa tutti possano illuminare la propria casa, riscaldarla o raffrescarla senza
rovinarsi né rovinare il pianeta”. Con queste parole il Vicepresidente della Commissione europea Frans
Timmermans ha lanciato nel corso del 2020 la strategia “Renovation Wave”, letteralmente “Ondata di
ristrutturazioni”. Il piano è parte integrante del “Green Deal europeo” o “Patto Verde Europeo”, insieme
di iniziative politiche promosse da Bruxelles con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica
in Europa entro il 2050. Il Renovation Wave sposa in pieno gli obiettivi del Green Deal: ridurre le
emissioni facendo crescere l’economia e la competitività dell’Europa. In questo caso il fuoco è puntato
sul settore edile.
Nel dettaglio, la strategia Renovation Wave deve dare priorità a tre settori: decarbonizzazione dei sistemi
di riscaldamento e raffrescamento, lotta alla povertà e all’inefficienza energetica e ristrutturazione
dell’edilizia pubblica (scuole, ospedali e uffici). E lo farà attraverso una serie di misure che rendano le
operazioni di riqualificazione energetica più semplici e veloci. “La ripresa verde comincia da casa”,
spiega la Commissaria per l’Energia, Kadri Simson. “Con questa iniziativa affronteremo i numerosi
ostacoli che oggi rendono la ristrutturazione complessa, costosa e lenta, frenando molti interventi
necessari”. La strategia Renovation Wave mira ad raddoppiare il tasso di retrofit (o ammodernamento),
oggi tristemente fisso all’1%. Secondo le stime di Bruxelles, entro la fine del decennio potrebbero essere
ristrutturati 35 milioni di edifici. Oltre ai vantaggi ecologici, la riqualificazione energetica creerebbe anche
posti di lavoro locali e stimolerebbe nuovi investimenti. Un recente rapporto sulla ripresa sostenibile della
IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) ha rilevato che la ristrutturazione edilizia offre la più grande
leva occupazionale: 12-18 posti di lavoro locali per ogni milione di investimenti. La Commissione
europea ritiene che vi sia un potenziale per ben 160.000 nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni
UE entro il 2030. “L’ondata di ristrutturazioni migliorerà i luoghi in cui lavoriamo, viviamo e studiamo – ha
aggiunto Timmermans – riducendo nel contempo il nostro impatto sull’ambiente e creando posti di lavoro
per migliaia di europei. Se vogliamo ricostruire meglio servono costruzioni migliori” (dal sito dell’Unione
Europea).
E’ in questo contesto europeo, con la necessità di efficientare il patrimonio immobiliare italiano tra i più
«anziani» d’Europa in materia di sostenibilità energetica, di ridurre le emissioni e con l’urgenza di
rimettere in moto un’economia piegata dalla crisi pandemica, soprattutto in alcuni settori cruciali come
l’edilizia, che nasce il Superbonus 110% inaugurato dal Decreto rilancio (DL n. 34/2020, convertito con
modificazione con la legge n. 77/2020).
Grazie al Superbonus chi esegue una ristrutturazione può contare su una detrazione del 110% delle
spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il
rischio sismico. I dubbi su questa grande opportunità di risparmio per i cittadini sono parecchi, anche a
causa della normativa in continua evoluzione, nonostante lo Stato abbia cercato di intervenire nell’ottica
dello snellimento delle procedure, come con il Decreto Semplificazioni.
Ad oggi rimangono da parte dei professionisti del settore, chiamati a farsi carico di pratiche di una certa
complessità, e dei loro potenziali clienti notevoli dubbi ed incertezze. La nostra speranza è che – tramite
ulteriori ed idonee semplificazioni normative – si possa proseguire l’importante opera di riqualificazione
del nostro patrimonio edilizio.
ing. Claudia Fedrigo