PENTOLE A PRESSIONE: UNA STORIA SECOLARE NELLA COLLEZIONE DI DAVIDE MOLENT - Fiera Santo Stefano - Concordia Sagittaria

PENTOLE A PRESSIONE: UNA STORIA SECOLARE NELLA COLLEZIONE DI DAVIDE MOLENT

La pentola a pressione ha una storia che risale al 1682, quando Denis Papin, medico e studioso di fisica sperimentale, preparò per i membri della Royal Society di Londra una cena cucinata con la sua ultima invenzione, la “pentola a vapore”. L’oggetto si presentava come un contenitore in ferro resistente provvisto di una valvola di sicurezza e di un coperchio aderentissimo, il tutto tenuto insieme da morsetti e viti. 

Tuttavia, il primo prototipo non ebbe molto successo, poiché quando i londinesi provarono a realizzare le varie ricette finirono per ritrovarsi con la cena sparpagliata sulle pareti della cucina, in quanto le variazioni di temperatura del focolare non erano adatte all’imperfetta valvola di sicurezza. L’invenzione di Papin era tutt’altro che ottimale, ma fu l’ispirazione per tutte le sperimentazioni dei secoli a venire, fino alla messa a punto nella seconda metà dell’800 da parte di Chevallier Appert di un metodo ispirato alla pentola papiniana, questa volta efficiente e assimilabile a una vera e propria pentola a pressione antelitteram, chiamata autoclave.
Da lì inizio ad essere prodotta a livello semi-industriale, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, quando il consumo di combustibile e di energia elettrica dovette essere razionato.
I vantaggi della cottura rapida diventarono così evidenti che, anche dopo il ritorno alla normalità, questo tipo di pentola cominciò a diffondersi sempre di più, soprattutto in coincidenza con                                                   

l’avvento dell’acciaio inossidabile ed in seguito al perfezionamento delle valvole di sicurezza. La storia di questo speciale utensile culinario viene raccontata dalla splendida collezione di Davide Molent, storico presidente della Fiera di Santo Stefano e fondatore del negozio Molent, sito in Via Claudia a Concordia Sagittaria.Il signor Molent ci ha dato il privilegio di osservare da vicino la sua raccolta di pentole a pressione,una collezione iniziata nei primi anni Settanta che si è sviluppata fino ai giorni nostri grazie alla grande passione del proprietario che ogni domenica mattina si recava presso gli storici mercatini dell’antiquariato di Asolo, Piazzola sul Brenta e Gorizia alla ricerca di pezzi unici da aggiungere alla sua serie.Una passione nata, a suo dire, come una diretta conseguenza del mestiere di venditore del negozio di Via Claudia, una via importante anche per la nostra manifestazione: da lì la Fiera rinacquedalle ceneri proprio grazie a Davide, che al termine della Seconda Guerra Mondiale decise di farla ripartire dopo anni di silenzio, dando slancio a una città e a una comunità che aveva tanta voglia di ricominciare.Il lavoro e l’indole da collezionista l’hanno portato a possedere una raccolta di ben 65 pentole, dalle più antiche prodotte a inizio ‘900 fino a quelle degli anni Settanta e Ottanta, ognuna con una sua storia da raccontare e con delle particolari caratteristiche che la contraddistinguono.Ciò che differenzia le pentole degli anni Trenta e Quaranta da quelle di oggi, spiega Davide Molent, è soprattutto il materiale: dal pesante ferro e dalla ghisa si è passati al più leggero e trasportabile acciaio. Il metodo di funzionamento è rimasto pressapoco lo stesso, solo la valvola a molla ha rivoluzionato in parte l’oggetto: in passato, infatti, veniva sostituita da un peso in ghisa che non appena la pressione saliva la rilasciava sollevandosi e aprendo una via verso l’esterno.Le 65 pentole della collezione di Molent raccontano la storia dell’industrializzazione e delle grandi scoperte del passato, ma soprattutto ci offrono uno squarcio sul mondo “di una volta”, quello dei nostri nonni e dei nostri bisnonni, quello dei pasti in famiglia e della vita di campagna, un passato che resiste e riaffiora dagli oggetti quotidiani regalandoci emozioni e accendendo la nostra curiosità.

La collezione di 65 pentole a pressione di Davide Molent